mercoledì 25 maggio 2016

My Dying Bride - "The Angel and the Dark River" - 1995

La Guerra delle Due Rose, tra le più cruente e sanguinose mai combattute, coinvolse le casate di York e Lancaster, reclamanti il diritto di successione al trono d'Inghilterra.
Nella contea di Yorkshire, il cui emblema è la rosa bianca del casato di York, vincitore del conflitto, si formano i tenebrosi My Dying Bride.

E' la figura longilinea ed emaciata di Aaron Stainthorpe, poeta romantico e morboso, a delineare i tratti distintivi della band albionica.
Un Doom/Death Metal gotico e decadente, intriso di arresa e furente malinconia. Il suono che attribuireste ad una fortezza in rovina usurpata in una gelida sera di novembre.

"The Cry Of Mankind", declinante vessillo di questo "The Angel and the Dark River" è poesia dolente, ieratica, declamata sdegnosamente e avviluppata in un drappo di ammaliante oscurità.
"Viviamo e moriamo senza speranza
ci fate scendere in un fiume di morte
mentre io sto qui ora, il mio cuore è nero
non voglio morire da uomo solo
questa è un'ora faticosa."

E' un basso plumbeo che gorgoglia nella tormenta di "From Darkest Skies" dove chitarre lancinanti, organo e violino elettrico sferzano il viso di un Aaron in ginocchio sotto la pioggia, mentre, febbricitante, delira:
"Sii persa in me e non avrò mai bisogno di chiedere
chi mi vuole? Chi mi vuole?
Sii mia stanotte. La vista della tua luce
respirerò in te. sono un folle solo per te
sono addolorato e non so perché
sotto pesante pioggia dai cieli bui."

Non v'è dubbio che il violino di Martin Powell rappresenti il valore aggiunto del disco, dando respiro a brani come "Black Voyage" e "A Sea to Suffer In" che, privati di certe aperture, sarebbero risultati piuttosto claustrofobici e monolitici.

Straziante e straziata d'amor perduto è invece la semiacustica "Two Winters Only", commovente nel suo lento incedere verso l'Addio.
Questa, accostata ai due brani d'apertura, rappresenta il trittico portante dell'intera opera e, senza ombra di dubbio, uno degli esempi più viscerali della scrittura di Stainthorpe.

"Ti tenevo fra le braccia, nelle mie braccia, Amore mio.
Gesù ha pianto così che gli uomini potessero vivere sulla Terra. In Pace
Ma le mie lacrime, esse cadono per te. SOLO PER TE..."

La chiusura del platter spetta a "Your Shameful Heaven", decisamente la più scontata e meno convincente del lotto, che va ad inficiare, anche se in modo lieve, la valutazione globale di un album altrimenti impeccabile.

Atmosferico, romantico ed evocativo di una nobile ed ineluttabile resa.
Da possedere.
Senza ma e senza se.