martedì 31 maggio 2016

Marilyn Manson - "Holy Wood (In the Shadow of the Walley of Death)" - 2000

Istruzioni per l'uso:

- Per una VERA comprensione della Trilogia del Verme, concept anticronologico di Floydiana memoria, reperire ed ascoltare i seguenti album RIGOROSAMENTE nell'ordine sotto indicato:
1 - "Holy Wood (In the shadow of the Walley of Death)" del 2000
2 - "Mechanical Animals" del 1998
3 - "Antichrist Superstar" del 1996

- Mantenere un livello di concentrazione almeno superiore a quello di una mosca.
- Tenere lontano dalla portata dei bigotti.
P.S. - Oh, certo, se non ve ne può fregare di meno del significato della storia narrata, potete anche bruciare le indicazioni qui sopra riportate e sbattervene con una certa soddisfazione...Però...
La pistola ed il suo proiettile come una Madonna col Bambino, riferimenti ad un Eden che non meritavamo, disillusione e perdita di fede, la stupidità dell'Uomo che si evolve nella sua cieca brama di successo.

Blind Guardian - "Nightfall in Middle Earth" - 1998

La letteratura fantasy è da sempre fonte inesauribile d'ispirazione (e di calamitante fascinazione) per una miriade di musicisti.
Lo scrittore britannico J.R.R.Tolkien, in particolare, ha stimolato l'immaginazione di una folta schiera di artisti nelle ultime 6-7 decadi, dai Led Zeppelin di "IV" a Bob Catley dei Magnum, fino alle centinaia di gruppi Power Metal che dalle sue narrazioni si sono abbeverati come cerbiatti alla sorgente.
C'è poi chi addirittura, come i Marillion, gli deve la propria ragione sociale...
Il Silmarillion è un'opera postuma scritta dal creatore de "Il Signore degli Anelli" e le vicende in esso racchiuse hanno trovato nella musica dei Blind Guardian una sodale più che confacente.
O anche viceversa, ma ha poca importanza; ciò che conta davvero sono la strabiliante maestosità e la magia di questo "Nightfall In Middle Earth".

Alter Bridge - "Blackbird" - 2007

Dietro la ferrea egida della definizione Alternative Metal marciano, ormai da più di due decenni, un numero spropositato di bands.
Nell'affollato calderone ribollono copie sbiadite di altre copie, di altre copie, di altre copie e via sprofondando che, nell'affannosa caccia ad una notorietà effimera, raschiano i barili dei generi più disparati, li spalmano per bene su una fetta d'ispirazione spessa un millimetro e ce li propongono come "il sound del momento".
E' lapalissiana la triste carenza d'inventiva che da vent'anni a questa parte pervade la musica, ma nel vicolo cieco in cui questa si è cacciata ci sono ancora realtà come gli Alter Bridge in grado di sopperire alla siccità di cui sopra con cascate di tecnica e personalità.

The Black Heart Procession - "2" - 1999

Chiudete gli occhi.
Ora riapriteli velocemente: di fronte a voi un cancello arrugginito, terreno arido, caldo opprimente. Polvere.
Siete soli nel bel mezzo del nulla e la notte sta rubando il posto al giorno, senza che esso opponga resistenza.
Una brezza secca vi spinge al di là delle porte cigolanti. Anche voi non opponete resistenza. Semplicemente NON POTETE.
Costretti ad avanzare, vi trovate circondati da suoni scarni, stonati, che paiono non avere nulla a che vedere con la vita terrena. Ululati spettrali che attribuireste solo a fuochi fatui senza meta alcuna.
E' musica asfittica, ridotta all'osso, quella della band di San Diego.

Orphaned Land - "Mabool" - 2004

"How far Jerusalem" si domandavano i Magnum nel loro capolavoro del 1985 "On A Storyteller's Night".
Venti anni più tardi possiamo asserire che non è più distante da Göteborg  o Stoccolma di quanto non lo sia da Tel Aviv.

A circa 70 Km di strada dalla capitale isrlaeliana, infatti, lo Svedish Death è riuscito ad attecchire meticciandosi col folklore locale.
Ibrido improponibile sulla carta per svariati motivi, eppure...
...Eppure gli Orphaned Land, al loro terzo album dopo otto anni di forzato silenzio, prendono a picconate ogni barriera geografica e culturale, ricordandoci che la Musica è UNIONE è i confini sono tracciati solo per essere cancellati.

Opeth - "Morningrise" - 1996

Se fosse una malattia sarebbe un caso conclamato di bipolarismo.
Se fosse un oggetto sarebbe il più oscuro dei caleidoscopi.
Se fosse una donna sarebbe talmente distante da ciò che conosciamo da sgretolare la nostra concezione di femminilità.
Per nostro sommo piacere "Morningrise" E' SEMPLICEMENTE il secondo album degli Opeth.
Descriverlo in maniera esaustiva e comprensibile è un'impresa folle, che esula dalla condizione di essere umano: d'altronde come è possibile catturare la corrente che alimenta un fiume nero come l'inchiostro?

Timoria - "Viaggio Senza Vento" - 1993

Che si tratti di mero atto fisico, spirituale o cerebrale, il VIAGGIO è una necessità antica tanto quanto l'uomo.

"Viaggiare rende modesti. Ti rendi conto del piccolo ruolo che ricopri nel mondo" - G. Flaubert

Giunti alla prova del nove, con il cruccio di non riuscire ad emergere in un panorama, quello del rock cantato in italiano, i Timoria mettono a tacere gli scettici con il loro album meglio riuscito.
Le ventuno tracce che compongono questo "Viaggio Senza Vento" ci rendono partecipi del metaforico viaggio del fantomatico Joe.
Il concept è un ottimo contesto in cui sfoggiare le proprie doti e i cinque bresciani, forti dei testi poetici di Omar Pedrini e della duttile voce di Francesco Renga, centrano in pieno l'obiettivo prefissosi.
La compagine lombarda appare coesa ed in forma smagliante fin dall'iniziale "Senza vento", sorta di inno generazionale e loro brano più celebre.

Black Sabbath - "Heaven and Hell" - 1980

"Qualunque siano le torture dell'Inferno, penso che la noia del Paradiso sia ancora peggio" - I. Asimov

La penseranno così anche i tre angeli immortalati a fumare e a giocare a carte sulla cover di "Heaven And Hell"?
Beh, mater artium necessitas, no? E proprio di necessità virtù fecero gli sgangherati Black Sabbath di fine anni '70.
Tanto fu prolifico ed ineccepibile il lustro '70-'75, quanto deludente quello dal '76 al 1980 che li vide colare inesorabilmente a picco.
La mefistofelica creatura di Tony Iommi pareva aver perduto i propri maligni poteri, senza contare che un segmento della croce, tale Ozzy Osbourne, era andato smarrito, forse per sempre.

Haggard - "Eppur Si Muove" - 2004

Dibattito ufficialmente aperto: ritenete più avvincente il Grande Fratello o L'isola dei Famosi? Sono serio. E' importante.
Billionaire o Cocoricò? Qual'é più In? Non ci dormo la notte, davvero.
Quesiti importanti necessitano di risposte scomode, talvolta compromettenti.
E guai, GUAI a non seguire la marmaglia di caproni che intasa il pensiero imperante.
Accusato di eretica pravità e costretto all'abiura della copernicana teoria eliocentrica, Galileo Galilei nei nostri giorni verrebbe additato come derelitto, folle o giù di lì. L'Inquisizione è stata perpetrata nel secolo sbagliato; un tempo esistevano grandi uomini per grandi domande.

Dio - "Holy Diver" - 1983

Sembra una di quelle tediose barzellette tipo: "Ci sono un italiano, un francese e un tedesco..." e invece altro non è che la formazione che partecipò alle registrazioni del primo dei dieci album del "folletto" Ronnie James Dio.
Dopo aver prestato le proprie straordinarie corde vocali a tre bands (serve che ve li ricordi?!?!) nell'ultima decade, all'età di 40 anni il singer di origini italiane (vero cognome Padavona...) decide di mettersi in proprio e sceglie di avvalersi dei servigi di un chitarrista nordirlandese (Vivian Campbell), di un bassista scozzese già al suo fianco nei Rainbow (Jimmy Bain) e di un batterista italoamericano suo compagno di ventura nei Black Sabbath di "Mob Rules" (Vinny Appice).

Slipknot - "Iowa" - 2001

Sarebbe sufficiente il minuto scarso della prima traccia "(515)", il prefisso telefonico dello Stato che dà il nome al secondo full-lenght dei nove di Des Moines, per dare un'idea istantanea di ciò che si sta per ascoltare.
Mormorii disturbati e grida di qualcuno o "qualcosa" che cerca di liberarsi da una condizione di malata disperazione.
Eh, sì, perché gli Slipknot si ripetono, rimarcando quanto duro e alienante sia crescere in mezzo al nulla, sapendo di non contare niente.
Lasciare sfilare la propria esistenza sentendoti inadeguato.
Provare repulsione per ciò che ti circonda e non riconoscerti in esso, ma rimanendone inevitabilmente ingabbiato.

Blue Öyster Cult - "Fire of Unknown Origin" - 1981

"E s'egli imita la nostra oscurità, chi ci contende lo imitar la sua luce?" - da "Il Paradiso perduto" di John Milton

Magari con toni meno aulici ed orientati ad un più prosaico "Ma chi c*z*o ce lo fa fare di scrivere musica così ricercata, quando cani e porci vendono 10 volte più di noi?!?!?!", questo è ciò che a mio avviso devono aver pensato i Blue Öyster Cult, sfibrati da una decade vissuta fra una critica osannante e riscontri commerciali deludenti.
Oddio, i "cani e porci" di cui sopra rispondono ai nomi di Black Sabbath, Deep Purple, Led Zeppelin, Kiss e...qui mi fermo, altrimenti è come sparare sulla croce rossa. Però la band newyorkese ci sapeva fare davvero: "Astronomy" del '74 è una ballad fra le più belle del periodo, "(Don't) Fear The Reaper" del '76 è stata coverizzata da mezzo universo, ma la gente li ha sempre ritenuti troppo freddi, distaccati, in poche parole DIVERSI da loro.

Vision Divine - "Stream of Consciousness" - 2004

Il perpetuo processo osmotico avvenuto fra le cellule della triade Labyrinth-Rhapsody(Of Fire)-Vision Divine è stato, nel periodo a cavallo fra i due millenni, il motore della scena Power Metal tricolore. Un interscambio fisiologico di musicisti dal DNA totalmente compatibile e dalle indiscutibili qualità tecniche, che ha generato nel corso degli ultimi vent'anni un notevole rimescolamento di idee e formazioni.
Dall'incarnazione più giovane del genio di Olaf Thorsen prende vita il concept "Stream Of Consciousness".

"Qual'é il segreto della vita?
Cerco un altro modo prima d'impazzire,
prima che sia troppo tardi..."

Questo è in sintesi l'annoso quesito attorno al quale si dipanano l'intero album e l'opener "The Secret Of Life", pregiata vetrina per le doti dei cinque ragazzi; la sezione ritmica è impeccabile, precisa, fantasiosa e, tanto per gradire, si concede il lusso di non farsi soverchiare dalle scorribande tastieristico-chitarristiche del funambolico duo Smirnoff-Thorsen.

lunedì 30 maggio 2016

Judas Priest - "Painkiller" - 1990

Nella Contea di West Midlands, situata nell'Inghilterra occidentale e nello specifico a Birmingham deve albergare qualche sconosciuta forma d'energia.
No, non mi sto riferendo alle sue due squadre di calcio (Aston Villa e, appunto, Birmingham City) e al loro perpetuo saliscendi fra Prima e Seconda Divisione inglese, quanto all'intrinseca ed inconsueta capacità di "fabbricazione" di Mostri Sacri del Rock.
Ditemi, è normale secondo voi che "personaggetti" come i Black Sabbath, Nick Mason dei Pink Floyd, i Napalm Death e il divino Robert Plant siano nati o abbiano legato le proprie fortune a questa cittadina?
Sinceramente, quando mi capita di pensarci, la serie di coincidenze mi fa sempre un certo effetto, tanto più se aggiungo alla lista il nome degli alfieri, o meglio dei Re indiscussi del Metallo Pesante: i Judas Priest.

Marlene Kuntz - "Catartica" - 1994

Cuneo come New York.
Il noise rock può deflagrare anche se molto distante dal proprio epicentro.
Con "Catartica" i Marlene Kuntz ci dimostrano che il rock alternativo non è una faccenda d'oltreoceano, per pochi eletti e alchimisti della distorsione.
Il rumore diviene arte, se plasmato da mani capaci.
Dai Maestri e precursori Velvet Underground, attraversando i decenni tramite Sonic Youth e My Bloody Valentine, il RUMORE è stato innalzato a forma espressiva compiuta e al tempo stesso in continua evoluzione.

SParKLeHOrsE - "Vivadixiesubmarinetransmissionplot" - 1995

"Si dice che quando muore un genitore il figlio percepisca il senso della mortalità.
Ma quando muore un figlio è l'IMMORTALITA' che il genitore perde."
- cit. da "American Horror Story" - Stagione 1, episodio 5.

Il 6 marzo 2010, all'età di 48 anni, Mark Linkous decide di mettere a tacere i demoni nella sua testa spazzandoli via con un colpo d'arma da fuoco.
E' la famiglia a rendere di dominio pubblico l'accaduto, ma per loro e per chi ha amato gli SParKLeHOrsE c'è poco o nulla di cui rimanere sbalorditi.
Già 15 anni addietro, con un cocktail di alcool e psicofarmaci, l'artista nato in Virginia ci aveva provato invano, rimediando "solo" un coma e qualche mese di sedia a rotelle.
Si trovava a Londra durante il Tour promozionale del primo album a nome SH, dall'impronunciabile titolo "Vivadixiesubmarinetransmissionplot".

Savatage - "Gutter Ballet" - 1989

E' un mistero ed un peccato il fatto che una band come quella fondata dai fratelli Oliva (Jon - voce e tastiere e Criss - chitarra) non abbia ricevuto l'attenzione che meritava.
Formatosi a cavallo fra gli anni '70 e '80 nella soleggiata Florida e dopo aver pubblicato album dallo scarso riscontro commerciale e dalle coordinate stilistiche ondivaghe, il quintetto statunitense dà alle stampe questo "Gutter Ballet".
Sesto disco in studio che di fatto ne decreta l'uscita dal circuito underground e che, complice una svolta stilistica verso lidi progressive e dalle sfumature operistiche, ripaga i Nostri degli sforzi precedentemente profusi.
Che disco è questo "Balletto di strada"?

Metallica - "S&M" - 1999

Nel viso delle donne anziane, diciamo dalla settantina in su, c'è sempre quello che io definisco ALTEZZOSO DISFACIMENTO.
Quel tipo di sdegnosa presunzione che contorce la bocca in una smorfia, voltandone gli angoli verso il basso.
Lo si nota durante una coda alle casse di un supermercato, alle poste o in qualunque occasione in cui le loro esigenze non vengano tempestivamente soddisfatte.
Un'alterigia isterica che si addice a chi è conscio del fatto che il tempo degli sguardi rubati, dei complimenti e delle attenzioni si è liquefatto come il più scadente dei make-up-"nascondirughe"...
Insomma; si è giovani e piacenti per quanto è concesso. Poi però basta!!!

domenica 29 maggio 2016

Muse - "Showbiz" - 1999

Nel suo piccolo e con le dovute proporzioni l'estate del 2000 fu contraddistinta dal terzo grande dualismo della storia musicale britannica.
Sì sì, lo so, alcuni mi daranno del blasfemo, ma riflettiamo un attimo: l'interminabile (ed ancora attuale) sfida fra Beatles e Rolling Stones e la più fresca diatriba Oasis-Blur rappresentano i due maggiori "conflitti inglesi" e pazienza se nel primo caso il paragone è fra mele e arance, il succo del discorso è decidere da quale parte schierarsi.
Tornando a noi, vi ricordate il periodo in cui il video "Yellow" dei Coldplay se la giocava con quello di "Unintended" dei Muse per un posto nell'empireo di MTV?
Chi come il sottoscritto viveva la propria gioventù o post-adolescenza forse abbozzerà un sorriso nostalgico rievocando nella propria mente quella stagione.

Ozzy Osbourne - "Blizzard of Ozz" - 1980

"Un pugile che è solo cuore stai tranquillo che le prende sempre e di brutto" - dal film "Billion Dollar Baby"

John Michael Osbourne, Ozzy per l'umanità, di botte (...) ne ha beccate davvero tante, ma per uno che sta al bel canto come Barbara D'Urso sta al Nobel per l'astrofisica, ne ha date anche parecchie.
Sì, perché dai Black Sabbath di Sua Maestà Tony Iommi, sono transitati cinque cantanti in più di quarant'anni di travagliata attività e nessuno, dico NESSUNO, ha mai cantato peggio del Madman.
Un pugile privo di tecnica non va lontano, ma un personaggio a 360°, fra borse dei trucchi, presunti decessi e teste di pipistrello staccate a morsi, se ne può sbattere di respirazione diaframmatica e appoggio.

Vent'anni prima di tramutarsi in un penoso e grottesco pupazzo nella mani di MTV nei "The Osbournes", l'ex macellaio di Birmingham si circonda di validi musicisti (fra cui il sublime e compianto Randy Rhoads) e si rilancia in una remunerativa carriera solista.

sabato 28 maggio 2016

Evanescence - "Fallen" - 2003

Evanescenza = capacità o arte dello svanire.

Troppo comodo prendersi il centro della scena e vivere di rendita.
Citofonare in Parlamento per chiedere conferma...
Tre album ufficiali in quindici anni di carriera rappresentano uno striminzito bottino, soprattutto se conseguenza del macigno di aspettative generato da "Fallen".
Scarsità di idee o onestà intellettuale?
Nel caso della band capitanata dalla piccola Venere diafana Amy Lee propenderei per la seconda ipotesi.
Il successo planetario ottenuto mediante la miscela Nu Metal + Gothic Rock odora (oggi più di allora) di strategia di mercato, di connubio infingardo e infallibile.

Scorpions - "In Trance" - 1975

Gli Scorpions sono noti ai più per la celebre ballad "Wind of change", sorta di inno pacifista degli anni '90 e, aspetto da non trascurare, singolo acchiappatutto e tutti.
Tre lustri addietro però, la giovane band tedesca iniziava a prendere coscienza delle proprie capacità e della via da intraprendere.
Dopo due album di scarso successo e dalle coordinate stilistiche ancora un po' vaghe, ecco irrompere sulle scene questo "In trance".
Primo di una serie di album dalla copertina "censurabile", ma dai contenuti decisamente ghiotti, presenta un hard rock melodico e dal grande appeal commerciale, con la capacità ed il buon gusto di non svendersi al mercato musicale.
Mica roba da tutti.

Fleetwood Mac - "Rumors" - 1977

"Rumors", pettegolezzi, voci di corridoio.
Chissà quanti ne avranno uditi i Fleetwood Mac durante le registrazioni del loro capolavoro e campione di vendite.
Il quintetto angloamericano sguazzava in torbide acque dal punto di vista sentimentale ed il morale era ai minimi storici.
Le due coppie nella vita, i coniugi McVie e Buckingham-Nicks, erano giunte al limoncello e anche il dinoccolato Fleetwood era in procinto di separarsi dalla moglie infedele.
Insomma, quella che fu l'incarnazione più longeva ed importante di una band notoriamente instabile, non stava certo attraversando un buon periodo personale.
E' altrettanto vero però, che in ambito artistico tensioni e dissidi fungono spesso da propellente.

Pantera - "Vulgar Display of Power" - 1992

"Nulla, lo sai, dà al corpo maggior soddisfazione che dare ordini alle persone, o almeno credere nella propria capacità di farlo." - Franz Kafka

Un volgare sfoggio di potere; niente può essere più lontano dall'intento che muove i texani Pantera in quello che da molti (a ragion veduta) viene reputato il loro lascito più prezioso.
La mera esibizione di forza è anzi additata dalla band come castrante ostacolo eretto dal "Potente di turno" per tenere le masse al proprio posto.
Sesto album che solca l'onda smossa da cinque prove in studio via via sempre più focalizzate su quel Groove Metal di cui i Nostri sono paladini indiscussi, grazie anche (o soprattutto) all'ugola di carta abrasiva di Phil Anselmo.
Al suo terzo gettone di presenza con la band dei fratelli Abbott, il titanico singer della Louisiana ci sputa addosso rabbia repressa, urgenza di cambiamento e determinazione allo stato puro, come nel caso dell'opener "Mouth For War" che attualizza l'inestimabile lezione impartita dai primi Metallica, donandole una veste più organica, ma non meno intransigente.

"Sono coraggioso e disastroso.
Le mie orecchie non sentono ciò che dici!!!"

Sovversiva e martellante è invece "A New Level", che mette in bella mostra una sezione ritmica squassante ed un riffone Thrash che proprio non ne vuole sapere di fare prigionieri.

Helloween - "The Dark Ride" - 2000

"The dark side of the Pumpkins..."


Il nuovo millennio in casa Helloween non poteva cominciare in modo migliore.
Nono album in studio (decimo se si conta Metal Jukebox) e una rinnovata verve per i teutonici.
Giunge dopo una serie di album altalenanti questo "The Dark Ride" e lo fa recando con sé elementi inconsueti, considerando ciò a cui ci aveva abituato il quintetto di Amburgo.
Tranquilli: il Power Metal è sempre il fattore K e non potrebbe essere altrimenti, dato che stiamo parlando di una delle band più influenti del genere, ma è un Power a tinte fosche e decisamente meno happy.
La doppia cassa è presente, ma in proporzioni più contenute rispetto al passato anche recente.