sabato 28 maggio 2016

Fleetwood Mac - "Rumors" - 1977

"Rumors", pettegolezzi, voci di corridoio.
Chissà quanti ne avranno uditi i Fleetwood Mac durante le registrazioni del loro capolavoro e campione di vendite.
Il quintetto angloamericano sguazzava in torbide acque dal punto di vista sentimentale ed il morale era ai minimi storici.
Le due coppie nella vita, i coniugi McVie e Buckingham-Nicks, erano giunte al limoncello e anche il dinoccolato Fleetwood era in procinto di separarsi dalla moglie infedele.
Insomma, quella che fu l'incarnazione più longeva ed importante di una band notoriamente instabile, non stava certo attraversando un buon periodo personale.
E' altrettanto vero però, che in ambito artistico tensioni e dissidi fungono spesso da propellente.

Accantonato, o meglio mescolato, il Rock-Blues degli esordi con un più compiacente West Coast sound, i Nostri conquistano il mondo con buona pace degli addetti ai lavori, infatuati della nascente corrente britannica del Punk.

"Second Hand News", ritmata e sintomatica del disincanto dei cinque nei confronti dei rapporti interpersonali, ha l'onere di aprire il disco e di precedere in scaletta "Dreams", ballad esaltata da un bel giro di basso e da un testo pregno di rimpianto.

La breve e folkeggiante "Never Going Back Again" e l'inaspettatamente ottimistica "Don't Stop" fanno invece da preludio ad un trittico di songs che da sole legittimano l'ascolto del platter.
Dolceamara e davvero irresistibile, "Go Your Own Way" è una presa di coscienza del fatto che l'amore può anche non essere accettato. Da segnalare inoltre l'assolo di chitarra che rende il finale veramente coinvolgente.

Di tutt'altra foggia è la romantica "Songbird", quasi ingenua nella sua intensità emotiva e nella dichiarazione di un sentimento profondo ed incondizionato.

"Perché sento che quando sono con te va tutto bene, so che è giusto..."

Duettano in maniera convincente (e non potrebbe essere altrimenti) Stevie Nicks e Lindley Buckingham in una desertica "The Chain" in cui i due maledicono la propria unione, consapevoli che in un modo o nell'altro essa durerà per sempre.

"Se non mi ami ora non mi amerai mai più.
Una catena ci tiene uniti mentre corriamo nell'ombra."

"You Making Loving Fun" e "I Don't Want To Know" sono un piacevole aperitivo al piatto forte finale di "Oh Daddy", magica e commovente e di "Gold Dust Woman", che in un tripudio di steel guitars chiude un disco epocale.
Quattro decadi e non sentirle.
Ultraconsigliato nelle afose serate estive.
E poi quaranta milioni di copie (!!!) non si vendono da sole...