"Le conseguenze dei nostri delitti sopravvivono a lungo alla loro esecuzione e, come fantasmi degli uccisi, sempre infestano i passi del malfattore" - W. Scott
Dispersi in uno degli infiniti e presunti Universi Paralleli.
Confinati in un Purgatorio tanto ingannevole quanto interminabile.
E' proprio lì, ovunque e assolutamente da nessuna parte, che ci scaraventa "Ghost Tropic".
L'impressione è quella d'aver a che fare con una maledizione, con uno sparuto drappello di musicisti-assassini costretti ad esibirsi senza nessuno di fronte per l'eternità.
E una sola note l'anno, per giunta.
So bene che essere il maggiore di tre fratelli comporta una serie di contingenze favorevoli. Schivare ingombranti (ed inutili) paragoni, far valere la propria "saggezza" quando più fa comodo e il non dover indossare imbarazzanti abiti di terza o quarta mano sono solamente alcuni dei piacevoli aspetti della primogenitura.
Oh, poi ti può capitare di nascere in Egitto ai tempi delle Piaghe, però lì parliamo anche di sfiga.
Ma torniamo a noi. Era l'estate del 2001 quando "Amnesiac" vide la luce recando con sè le stimmate da "gemello scemo di "KID A", di fratellino meno dotato e perennemente all'ombra del monolite venuto al mondo 8 mesi prima.
Un pacchettino di scarti dunque?
Una bella scatolina piena di avanzi tipo "è peccato buttarli..."??
I Queen meno pacchiani / trovare 20 Euro per terra / la dopamina / Danny Elfman e il "Willy Wonka" di Tim Burton / gli spot dei biscotti / attitudine Freak fuori tempo massimo.
Chi mi trova il comune denominatore?
Va bene, va bene non la tiro per le lunghe, tanto l'avrete capito da soli, no?
I Jellyfish sono stati spacciatori di pillole assuefacenti e legalissime, alchemizzate con inaspettata bravura nel loro primo (...e penultimo...) album.
"Bellybutton" è un sacchetto di caramelle che apri e ti volano da tutte le parti, un Power-Pop che gioca a nascondino, ma non vede l'ora di essere scovato, come nell'opener "The Man I Used To Be", sghembo "blues bianco" dal refrain arioso e ad impressione istantanea, basato su un gioco di tensione-rilascio che ci accompagnerà briosamente in questi 40 minuti.
In principio fu l'immenso ed istrionico David Bowie a calarsi nella conturbante androginia che contraddistingue il SUO Ziggy Stardust, cosmonauta approdato sul nostro Pianeta col mirabile intento di sublimare il Rock fino a renderlo imprescindibile.
5 lustri più tardi il masterpiece del Duca Bianco trasmuta in mefistofelica cornucopia nell'opera mediana del trittico che, da solo, riassume esaustivamente il Manson-pensiero.
Alienazione è la parolina magica, il fil rouge che tiene insieme tutti e 14 i brani di "Mechanical Animals", nodo gordiano venutosi a creare col sofferente "Holy Wood" e troncato con dolore in "Antichrist Superstar".
Periodicamente e a distanza di anni mi capita di ricordare il padre di una mia ex ragazza.
Tremendo divoratore di ortaggi e frutta di stagione, ottuso come nemmeno un passeggero del Mayflower, nonché clamoroso bigottone, il simpatico ometto era in grado di scorgere il Demonio anche in una caffettiera. All'epoca in cui lo osservavo ingozzarsi di pere kaiser senza soluzione di continuità, Marilyn Manson pubblicava l'inutile "Eat Me, Drink Me", sesto full-lenght in una carriera discografica cominciata, con ben altri presupposti, 13 anni addietro.
Aborrire e condannare per partito preso, si sa, è lo sport nazionale degli ignoranti e chissà cosa avrebbe avuto da dire il buon Xxxxxx, calato com'era nella propria inflessibilità da filisteo, di "Antichrist Superstar"...
"La vita è una malattia sessualmente trasmissibile con esito inevitabilmente mortale" - (O. Wilde)
...Ma si può guarire, dottore?
Non può darmi qualcosa per stare BENE? ...Star bene no, ma le posso prescrivere queste per alleviare alcuni sintomi. Dunque, lei mi prende 2 compresse dopo i pasti finché campa e vedrà che starà meglio. ...Ma cos'è?? Nulla di che, si fidi, è solo un nuovo farmaco in cui sono stati sintetizzati principi attivi derivanti da rapporti interpersonali, fiducia reciproca e bisogno di contatto umano. Vedrà...fa miracoli.
Il paziente se ne va soddisfatto, sollevato; il medico si sfrega le mani, butta un fugace sguardo fuori dalla finestra e pensa: "Poveretto...è solo un PLACEBO..."
"Questa è una storia semplice, eppure non è facile raccontarla; come in una favola c'è dolore, e come una favola è piena di meraviglia e felicità." -
(da "La vita è bella" di R. Benigni)
Ho riflettuto lungamente su come presentare il secondo e, allo stato attuale, ultimo disco dei Neutral Milk Hotel. Ci ho pensato parecchio e ciononostante non ho trovato alcun modo intelligente, o anche solo sensato, col quale introdurre il concept che anima letteralmente "In The Aeroplane Over The Sea".
I Diari di Anna Frank (autentici o fasulli che siano) rappresentano una delle troppe testimonianze dell'Olocausto e qui, per evitarmi una figura da cazzone totale, mi fermo.
"Non c'è nulla di immutabile, tranne l'esigenza di cambiare" - (Eraclito)
Due sere fa ho messo in lavatrice i capi bianchi e siccome per abitudine mi muovo nella semioscurità, nel cestello è finito anche un paio di calzini rossi sulla cui provenienza, peraltro, mi interrogo tutt'ora. Dopo aver dato fondo alla (cospicua) riserva vituperosa trattenuta a stento in saccoccia da mesi, me ne sono fatto una ragione, rassegnandomi ai miei nuovi boxer rosa.
Un analogo imprevisto deve essere capitato anche a numerose band europee al tramonto del secolo scorso; a compagini formatesi nei primissimi '90, fra cui cito Anathema, Katatonia e The Gathering, deve esse accidentalmente caduto in centrifuga qualcosa che gli ha COLORATO TUTTO.
Non desidero una rosa a Natale più di quanto possa desiderare la neve a maggio: d'ogni cosa mi piace che maturi quand'è la sua stagione." - (W. Shakespeare)
Chi di noi non si porta dietro una zavorra di convinzioni, certezze e fissazioni? C'è poco da fare; la si utilizza come ideale contrappeso all'insicurezza, all'instabilità. Incasellare oggetti, persone o sentimenti li rende magicamente più agili da gestire ed il "trucco" funziona a meraviglia anche con la musica.
Un esempio?
Più tento di evadere dalla prigione d'idee dentro la quale i primi 4 album dei Counting Crows risultano STAGIONALI e meno vie di fuga trovo per dimostrare che sbaglio.
"Con ogni addio impari. E impari che l'amore non è aggrapparsi a qualcuno, e che la compagnia non è sicurezza. E inizi ad imparare che i baci non sono contratti e i doni non sono promesse" - (J.L. Borges)
Il processo di PERDITA è sovente ondivago, oscillante e soggetto a mutazioni riguardo la propria unilateralità.
Se perdo qualcosa non è detto che altri ci guadagnino e, soprattutto, non significa necessariamente che il "Bene" smarrito fosse tale per davvero.
Volete una banalità?
E' solo questione di tempo e no, non mi vergogno di averlo scritto.
Canapa, nylon, gelatina di Wharton o cotone sono alcuni dei materiali di cui una corda può essere costituita. Tutte possono formare nodi e legami inestricabili e Justin (Bon Iver) Vernon ci mostra ogni sottile filamento della fune mozzata, che un tempo, collegava i suoi atrii e ventricoli.
"La singolarità vera e nuova, l'originalità, non è cosa che si procacci di fuori; si ha dentro o non si ha, e chi l'ha veramente non sa neppure d'averla e la manifesta con la maggiore semplicità" -
(L. Pirandello)
Semmai l'inizio di questo secolo verrà ricordato in futuro, dubito prepotentemente che ciò possa avvenire in virtù della fervida inventiva o della debordante creatività che MAI ci hanno contraddistinto.
Noi, per le generazioni a venire, saremo stati quelli delle emozioni posticce, dell'odio a prescindere, dell'incomunicabilità virale e virulenta.
Insomma, plasmare Ex novo è praticamente impossibile e, diciamolo, anche inutile. E allora...
"E penso di sapere cosa sia l'amaro sgomento di un innamorato che le porta freschi bouquet ogni giorno per poi essere rifiutato per un ricordo di Lei di una qualche canaglia che un giorno, anni prima, le aveva dato una singola rosa..."
(da "A Stone")
Esiste qualcosa di più puro di una trionfale sconfitta, di una nobile resa?
Quel sentimento che è compiacimento e struggevolezza, bramosia nei confronti di una luce che si affiochisce ad ogni passo mosso verso Lei?
Da Austin, Texas, Will Sheff e la sua crew ammantano di disincanto e sì, un pizzico di delusione, amori perduti nel tempo, storie quotidiane ed ineluttabili autoanalisi.
Come un foulard di viscosa nera gettato su una lampada ad olio.
"Meglio vale godersi una rosa che esaminarne la radice al microscopio." - (Oscar Wilde)
Esistono circostanze in cui per muovere un passo in avanti è necessario indietreggiare di due. E' il caso dei Verdena che nel 2004, in seguito alla ristrutturazione dell'Henhouse (il loro pollaio/sala di registrazione) si accingono a sfamare pubblico e critica con la terza prova in studio.
La terza, già; la più insidiosa e infida nella carriera di una giovane band, perché si sa come va il mondo, su...il primo album tutti ad acclamarti come la next big thing di turno, al secondo tentativo già ti accusano di essere un fuoco di paglia e al terzo...beh, al terzo devi affermarti, devi crescere, devi progredire senza svenderti, devi, devi, DEVI.......
"Credo che il futuro sia nuovamente il passato che entra attraverso un altro ingresso..." - (Arthur Wing Pinero)
Assioma indiscutibile o semplice necessità espressiva, per i canadesi Black Mountain il recupero di ciò che è stato rappresenta indubbiamente una stabile base su cui costruire la propria arte.
Attivi dal 2004 nella sotterranea (e sottovalutata) scena di Vancouver, e con un promettente debutto all'attivo, il quintetto facente capo a Stephen McBean decide che è ora di fare sul serio pubblicando "In the future".
"E' una malattia. La gente ha smesso di pensare, di provare emozioni, di interessarsi alle cose; nessuno che si appassioni o creda in qualcosa che non sia la sua piccola, dannata, comoda MEDIOCRITA'" - (Richard Yates)
Di povertà d'animo e sordido squallore è grondante l'accumulo di corpi che definiamo SOCIETA'. Moribonde carcasse in perpetuo moto verso un autocompiacimento che è fonte e ragione di vita.
Poi, una sera come tante, ti imbatti in "()" terzo (capo)lavoro deiSigur Rós e, lì per lì, decidi che forse non è tutto un enorme castello di carte.
Mutevole, nervoso, strisciante e costantemente vicino al punto di rottura.
In un Inghilterra e, su più vasta scala, in un Europa che non si è tutt'ora ridestata da un disincanto generazionale incurabile, "Post Orgasmic Chill" si offre come volontaria colonna sonora del disagio che in molti si portano dentro.
E' la voce di Skin ad insinuarsi sotto pelle graffiando, implorando, distruggendo e ammaliando, inglobata da bassi ipersaturi, schegge metalliche e da una placenta sonora tanto variegata quanto profonda.
Terzo e ultimo album degli Skunk Anansie prima dello scioglimento e dell'(in)evitabile reunion del 2009 ed inequivocabilmente loro manifesto assoluto, il platter si impone gagliardamente da subito per mezzo di una "Charlie Big Potato" che mette quasi paura per quanto è stata ben congegnata e poi sviluppata.
"I più pensano che Marv sia pazzo. Ha solo avuto la sfiga nera di nascere nel secolo sbagliato." - dal film "Sin City"
Squisitamente retrò, avanguardisti dissidenti e con quel filo di supponenza che non dispiace, gli Scisma sono sempre stati funamboli in equilibrio precario sulla corda di un tempo che, a conti fatti, non li ha mai voluti accettare.
In ritardo ed in anticipo nello stesso momento e fuori posto a prescindere, la crew lombarda non si è mai scrollata di dosso tre principali problemi:
1) il bisogno viscerale di concepire musica elusiva ed incatalogabile
2) la totale mancanza di ruffianaggine
3) la faccia tosta di voler fare ciò in Italia...
A due anni dal promettende, ma discontinuo debutto "Rosemary Plexiglas" del 1997, Paolo Benvegnù e i suoi numerosi accoliti allungano il passo dando alle stampe un album dal pronunciato appeal internazionale.
Serata estiva, avete bevuto e/o fumato, a terra giace il cadavere di una boccetta di Valium e vi prende quello scazzo che vi tiene svegli e imparanoiati.
Se non sapete di cosa vado blaterando tanto meglio per voi; diversamente è palese che vi trovate impantanati in una simpatica crisi depressiva.
Ora, sono tre le opzioni di cui disponete:
1- Perseverare nell'abuso di alcool fino all'ineluttabile oblio etilico.
2- Impegolarvi nello zapping più spudorato, finché non provate la sensazione di avere del tabasco sotto le palpebre.
3- Barcollare verso lo stereo e fare partire "Frances The Mute".
A metà degli anni '90 il Vecchio Continente, con lo sguardo timoroso volto all'incombente nuovo millennio, fu colpito da una violenta epidemia; il ceppo virale, non del tutto sconosciuto e mai completamente debellato è quello del Gothic Metal.
La mutazione del Virus lo ha reso più resistente e subdolo, nonché assai più gradevole ai sensi.
Chi infatti si era immunizzato a Paradise Lost, Anathema e mesta compagnia, si è ritrovato sprovvisto degli anticorpi necessari a difendersi dal Gothic con voce femminile...
Focolai sparsi in tutta Europa ed un contagio privo di cura.
Circa quattro mesi prima e 2000 miglia ad est dal luogo in cui il grunge esplose definitivamente, vedeva la luce l'Opera Prima degli Smashing Pumpkins.
La band, formatasi tre anni addietro nella ventosa Chicago e frettolosamente associata al Seattle Sound, propone un Hard Rock malinconico e figlio del suo tempo, con inflessioni dark e qualche lontano richiamo alla New Wave.
La produzione è affidata a Butch Vig, che, come sanno anche le pietre, siederà in cabina anche per i Nirvana di Nevermind.
Per quanto mi riguarda le analogie col movimento dello stato di Washington finiscono qui. Billy Corgan possiede un timbro vocale inconfondibile e gli altri tre componenti fanno decisamente la loro parte senza strafare.
"La GUERRA DI RELIGIONE: in pratica vi state uccidendo per decidere chi abbia l'amico immaginario migliore..." - Richard Jeni
L'aver solo sventuratamente formulato nella propria testa un pensiero simile nel bel mezzo della Prima Crociata avrebbe esposto chiunque a pene atroci, finanche la morte stessa.
Sono trascorsi mille anni e gli uomini ancora si odiano, combattono e muoiono in nome degli stessi ideali. "Chi è Dio? Esiste? E' morto? Ce n'è uno soltanto? E perché permette certe cose?" Quesiti ancestrali, insoluti e che ci assilleranno fino al giorno del Giudizio, semmai questo giungerà.
Nel 2004 i brasilianiAngra decidono di dedicare il loro sesto studio album alla vana ricerca di un'univoca VERITA', e le vicende di un crociato (il fantomatico Shadow Hunter) durante la Guerra Santa, sono l'inamovibile fulcro del concept che sorregge "Temple Of Shadows".
Le nostre bisnonne si sarebbero private della propria anima in cambio di due braccia in più. Lavare, stirare, cucinare, provvedere a figli e famiglie sempre numerose. Insomma, una faticaccia.
Anche alla donna di oggi la prospettiva di prendere le sembianze di una moderna Dea Kalì non farebbe schifo: quattro arti superiori gli permetterebbero di guidare l'auto a cazzo, mentre risucchia una meritata sigaretta, si trucca come un clown, prenota la lezione di pilates e racconta all'amica al telefono del suo nuovo tatuaggio con nome del fidanzato che ha cornificato la sera prima.
...Ah, lo fanno già!?!?! Ma dai...
Wow, it's really a "Brave New World"!!!
Reduci da due prove in studio che hanno poco convinto un po' tutti, gli Iron Maiden decidono di tornare sui propri passi e di rinverdire i fasti del glorioso passato.
Dopo due album col mediocre Blaze Bayley, dietro al microfono torna a spadroneggiare il figliol prodigo Bruce Dickinson, la cui carriera solista si è rivelata un vero fiasco.
"La guerra è una professione con la quale un uomo non può vivere onorevolmente; un impiego col quale il soldato, se vuole ricavare qualche profitto, è obbligato ad essere FALSO, AVIDO e CRUDELE." - Nicolò Machiavelli
Scomodare l'utilitarismo machiavellico, fautore dell'abusato "il fine giustifica i mezzi", risulta quanto mai pratico per la didascalica descrizione del sesto album dei Machine Head.
A tredici anni e quattro controverse prove discografiche da quel "Burn My Eyes" che li rivelò all'universo metallico, la band californiana scolpisce otto ingombranti blocchi di ossidiana nera e ne ricava il proprio capolavoro.
Curiosamente (ma nemmeno poi tanto...) tutto ha inizio da "Clenching The Fists Of Dissent" che a livello subliminale ricalca le dinamiche di quella "Blackened" che vent'anni addietro apriva "...And Justice For All". Ora lascio decantare questa "casualità" nelle vostre menti...
In un futuro distopico e crepuscolare, spettatore inerte della decadenza di una razza umana ormai superata, gli eredi al Trono della Terra appartengono alla progredita razza di Jester. Sottomissione e conquista sono gli imperativi di un'idea evolutiva che non prevede spazio per l'obsoleta civiltà terrestre.
Sorte poco auspicabile che gli In Flames hanno presagito e sviluppato nel loro secondo lavoro "The Jester Race" in un 1995 che annovera, tra le altre uscite eccellenti, "Sloughter Of The Soul" degli At The Gates e "The Gallery" dei Dark Tranquillity.
Insomma...Göteborg caput (metal) mundi.
Immersione totale fin dall'opener "Moonshield" dove il rauco e profondo scream di Anders Fridén fa il bello e il cattivo tempo su di un riff folkeggiante, fluido e ipermelodico. Da subito ci rendiamo conto di avere a che fare con una band in forma smagliante, in grado di accarezzarci e improvvisamente sferzarci il volto con un Death Metal Melodico dall'impatto devastante.
Lapalissiano è il fatto che l'ignoto autore dell'antico adagio non abbia mei tenuto fra le mani le copie di "Use Your Illusion I & II" con le quali i Guns N'Roses il 17 settembre 1991 ci riversarono addosso 150 (?!?!?!) minuti di onanistico narcisismo sonoro, salvo poi implodere sulle proprie giovani fondamenta.
Quasi tre lustri più tardi i sostenitori deiSystem Of A Down appresero, in un misto di eccitazione e scetticismo, che nel lasso di 6 mesi la band di origine armena avrebbe pubblicato due dischi strettamente correlati dai titoli"Mesmerize" ed "Hypnotize".
Ad allarmare i fans più scaramantici furono le analogie con quella che fu la cricca di Axl e Slash: prima di tale sontuosa mossa commerciale, infatti, ambedue le compagini erano reduci dal (meritato) successo planetario, entrambe erano state vittime di presunti o malcelati dissidi intestini e i doppi album, alla stregua del matrimonio, sono la tomba dell'amore o, in questo contesto, della musica.