mercoledì 1 giugno 2016

System of a Down - "Mesmerize - Hypnotize" - 2005

"Melius abundare quam deficere."

Lapalissiano è il fatto che l'ignoto autore dell'antico adagio non abbia mei tenuto fra le mani le copie di "Use Your Illusion I & II" con le quali i Guns N'Roses il 17 settembre 1991 ci riversarono addosso 150 (?!?!?!) minuti di onanistico narcisismo sonoro, salvo poi implodere sulle proprie giovani fondamenta.

Quasi tre lustri più tardi i sostenitori dei System Of A Down appresero, in un misto di eccitazione e scetticismo, che nel lasso di 6 mesi la band di origine armena avrebbe pubblicato due dischi strettamente correlati dai titoli "Mesmerize" ed "Hypnotize".
Ad allarmare i fans più scaramantici furono le analogie con quella che fu la cricca di Axl e Slash: prima di tale sontuosa mossa commerciale, infatti, ambedue le compagini erano reduci dal (meritato) successo planetario, entrambe erano state vittime di presunti o malcelati dissidi intestini e i doppi album, alla stregua del matrimonio, sono la tomba dell'amore o, in questo contesto, della musica.



Ma dopo queste doverose premesse afferriamo il toro per le corna: tanto per cominciare le 23 tracce messe assieme dai SOAD durano complessivamente 76 minuti, la META' esatta delle 30 sparatesi contro dai Guns.
Riempitivi? Giusto 2 o 3 ("This Cocaine...", "Stealing Society" e "She's Like Heroin") contro la pletora esibita nei due "Illusion".
Ispirazione? Costante e mediamente elevata, e qui il paragone non si regge nemmeno in piedi!

L'intera opera è pervasa dalla proverbiale sfiducia nei confronti del Sistema, che si converte nella consueta impellenza di rivolta e ribellione. Emblematiche a riguardo sono le schizofreniche e catchy "B.Y.O.B." e "Violent Pornography", la punkeggiante "Cigaro", l'amara "Sad Statute", una "Attack" dalle intenzioni Thrash, l'antipropagandistica "Hypnotize", l'inerme "U-Fig" e l'evocativa "Holy Mountains".

"Perché non la combattono i Presidenti la guerra?
Perché ci mandano sempre i poveri? Dove siete?
Rose genuflesse che scompaiono
nella bocca secca di Mosè..."

I quattro sovvillatori non lesinano neppure sulla generazione di momenti di puro delirio come nella catastrofista e meravigliosa "Dreaming" e nelle eccezionali armonizzazioni vocali firmate Tankian-Malakian nella zigana "Radio-Video" che, lasciatemelo dire, spezzano letteralmente il fiato col loro egregio gioco d'incastri.
Crepuscolare, appassionata, intensa e profonda: quattro aggettivi per delineare una "Question!" che denota una maturità compositiva piena e consapevole, raggiunta gradualmente da una band eclettica come poche.

"Dolci bacche per due. I fantasmi non sono diversi da te.
Sappiamo. Quando voliamo?
Quando, quando andiamo moriamo?"

"Lonely Day" colpisce al primo ascolto e conquista in quelli successivi, mentre la conclusiva "Soldier Side" è intrisa di eroico risentimento e da più di 10 silenziosi anni a questa parte ci ricorda, nel caso servisse, che i System Of A Down sono (o sono stati) un gruppo straordinario, UNICO.
E a noi non resta che attendere una loro nuova release, sperando ed implorando il Dio del Rock che non facciano la stessa pietosa fine di quegl'altri...

"Dio è vestito a lutto.
E' andato così lontano per non trovare speranza;
non tornerà mai più.
Benvenuti dalla parte del soldato.
Dove non c'è nessuno qui, eccetto ME..."