martedì 22 novembre 2016

Marilyn Manson - "Antichrist Superstar" - 1996


Periodicamente e a distanza di anni mi capita di ricordare il padre di una mia ex ragazza.
Tremendo divoratore di ortaggi e frutta di stagione, ottuso come nemmeno un passeggero del Mayflower, nonché clamoroso bigottone, il simpatico ometto era in grado di scorgere il Demonio anche in una caffettiera.
All'epoca in cui lo osservavo ingozzarsi di pere kaiser senza soluzione di continuità, Marilyn Manson pubblicava l'inutile "Eat Me, Drink Me", sesto full-lenght in una carriera discografica cominciata, con ben altri presupposti, 13 anni addietro.
Aborrire e condannare per partito preso, si sa, è lo sport nazionale degli ignoranti e chissà cosa avrebbe avuto da dire il buon Xxxxxx, calato com'era nella propria inflessibilità da filisteo, di "Antichrist Superstar"...

Sarebbe mai riuscito ad ammettere che un personaggio controverso, scomodo ed indecente, "che si trucca come un mostro" e non conosce pudore, avesse potuto concepire un capolavoro?
L'ho detto, sì: CAPOLAVORO!
Quante volte può capitare di assistere ad una grandeur di tale portata?

Ultimo atto della Trilogia anticronologica "iniziata" quattro anni più tardi con "Holy Wood" e proseguita con "Mechanical Animals", il platter in questione arde e si consuma in 16 brani intrisi di nichilismo passivo, dolorose metamorfosi e di un disincanto estirpabile solo attraverso il Sacrificio Estremo.
Invettiva e dotata di un'urgenza quasi squilibrante "Irresponsible Hate Anthem" spiana la strada all'innodia pagana e marziale di "The Beautiful People", irrinunciabile proclama anticapitalista dalle tinte gotiche.

"Non è colpa tua se hai sempre torto
I deboli esistono per giustificare i forti
La BELLA GENTE, la BELLA GENTE
E' tutto in relazione alle dimensioni del tuo campanile."


"Dried up, tied and dead to the world" ci prepara amaramente la bocca per una "Tourniquet" dall'avvenenza marcia, deviata e grondante senso di colpa attraverso i pori di un'interpretazione disperatamente persuasiva.

"Non ho mai voluto che si deteriorasse
Ma le mosche depongono sempre le loro uova.
Sfoga il tuo odio su di me
Fai della mia testa la tua vittima."
"Little Horn" urla vendetta martellando le nostre cortecce cerebrali, mentre le assurde vocals di "Cryptorchid" sfociano inquietanti nella scabrosa "Deformography".
"Wormboy" è irresistibilmente malata, ma è soltanto l'inconsapevole preludio all'infausta presa di coscienza perpetrata per mezzo dell'epica "Mister Superstar" e dell'isterica "Angel with Scabbed Wings" nelle quali fama, gloria e potere vengono poco meno che demonizzati.

Traballante e minacciosa, "Kinderfeld" spalanca i cancelli infernali di una titltrack che è sinuosa e fiera abdicazione al proprio dominio. Pestata e ANTI-TUTTO, "1996" ci sospinge delirante verso l'impotenza color pece di "Minute of Decay" e il sogno infranto di "The Reflecting God" in cui salvezza e perdono appaiono come grigie e distanti chimere.

"Pungetevi il dito; è fatta!
La luna ha eclissato il sole
L'angelo ha allargato le ali
E' giunta l'ora di cose amare."

All'apocalittica (e bellissima) "Man That You Fear" spetta l'onere di porre fine all'Universo nietzschiano portato in scena da un Artista unico, idolatrato e sbeffeggiato in egual modo, ma per tutti i motivi più sbagliati.

"Avete avvelenato i vostri figli
per camuffare le vostre cicatrici.
Pregate le vostre schegge, le vostre paure,
pregate che la vostra vita sia solo un sogno..."

Chissà se Xxxxxx mangia ancora tanta frutta come una volta???...