mercoledì 25 maggio 2016

The Smashing Pumpkins - "Mellon Collie and the Infinite Sadness" - 1995

Elefantiasi compositiva, detto in due parole.
Megalomania, in una: solo così, didascalicamente, è possibile identificare il "morbo" che notoriamente affligge Billy Corgan.
Non gliene si fa una colpa, intendiamoci, ma prolificità non sempre è sinonimo di qualità e i due "Machina" del 2000 rimangono monito perenne di questa equazione sballata.

Ma torniamo indietro di un lustro, quando gli Smashing Pumpkins, finalmente emersi dall'underground americano per merito del gioiellino "Siamese Dream", e forti del vento a favore, dispiegano le vele di prua, realizzando un ambiziosissimo doppio album.
La band non naviga però in acque placide; il talentuoso batterista Jimmy Chamberlain è sempre più dipendente dall'eroina, D'arcy e James Iha hanno da poco messo fine alla loro relazione sentimentale e quest'ultimo sopporta sempre meno la tracotanza dittatoriale di Corgan.
Si tratta quindi di una clamorosa disfatta?
E' vero il contrario...
"Mellon Collie & Infinite Sadness", formato a sua volta dalle due metà "Dawn To Dusk" e "Twilight To Starlight" fluttua amaramente fra i dilemmi "Vorrei, ma non posso-Potrei, ma non voglio" disseminati in una "Tonight, Tonight" carezzevole, bisognosa e troppo, TROPPO sincera per ignorarne le accorate suppliche.

"Se ti esponi alla luce, e le braci
non si spegneranno mai nella tua città.
Credi, credi in me, CREDI.
Credi in me come io CREDO in TE, stanotte..."

In una "Galapogos" sospirata, cauta e fremente, nella deflagrante (im)potenza grunge di "Tales Of Scorched Earth" e nella laconica inadeguatezza di "Stumbleine".

"E se ti dovessi deludere adesso,
mi lasceresti anche tu?"


C'è uno specchio lurido e fatiscente che nasconde malessere, depressione e agonia nella disturbata "Zero" e una volta infranto se ne ricavano frammenti di vetro coi quali recidersi le vene dei polsi in "Bodies". ("L'amore è SUICIDIO").
"Cupid de Locke" sostiene efficacemente la tesi e la distorta "Love" ci mette una pietra (tombale?) sopra.

Di tutt'altro avviso sono le tenere ballads "Thirty-Three ("farò lo sforzo; l'amore può durare per sempre. Domani è solo una scusa...") e "By Starlight" ("davvero lei mi conosce alla fine? Occhi spenti, sei proprio come me?").

Solitudine, declino e volontà di cristallizzare il tempo contraddistinguono la catchy "Here Is No Why", una "Bullet With Butterfly Wings" scalpitante e schiumante rabbia e la strutturata "Thru The Eyes Of Ruby".


"Il mondo è un Vampiro mandato a dissanguare.
Nonostante tutta la mia rabbia
sono ancora solo un ratto in una gabbia..."


L'ammissione e l'accettazione della diversità di "1979" sono i temi di una song epocale, una fra le tante stelle, più o meno lucenti, di un'opera da sorseggiare senza fretta e che non mancherà stupire, ammaliare, colpire, commuovere...

L'eccessiva durata del platter, l'eterogeneità (o eclettismo?) che pervade una tracklist non esente da sporadici cali qualitativi ("Fuck You" e "X.Y.U." su tutti) e la spiacevole sensazione di capolavoro assoluto mancato per un soffio, minano la valutazione finale, ma da qui in poi gli Smashing Pumpkins si perderanno un bel po', fra scioglimenti, progetti paralleli e ridicole reunion...
Per cui...godiamoceli all'apice della loro forma in questi 28 brani irripetibili.