venerdì 27 maggio 2016

A Perfect Circle - "Mer de Noms" - 2000

Un anfratto purpureo e scabroso, obliato in una landa in cui risentimento, desiderio, impotenza e rabbia si fecondano vicendevolmente.
Un cunicolo nel cui ventre trovare rifugio in CERTI momenti. Questo è "Mer De Noms".


Dal sodalizio fra Billy Howerdel, tecnico del suono di Smashing Pumpkins e Nine Inch Nails su tutti e Maynard Keenan, mastermind dei fenomenali Tool, prende forma il progetto A Perfect Circle e il primo vagito del quintetto statunitense non tarda a farsi sentire.
Spetta a "The Hollow" l'incombenza di darci un saggio delle doti di questa giovane creatura e tutto si può dire tranne che le manchi personalità. E' una commistione fra Rock alternativo, elettronica industriale ed un sentimento fin troppo umano a fornirci le coordinate di ciò che ci attende nei prossimi tre quarti d'ora.

"Come fosse una spada verso e             attraverso il cuore.
Nessuna coscienza, un motivo...
per riempire questo vuoto."


Una song magistrale almeno quanto la successiva e bramosa "Magdalena" con la sua strofa malata ed un refrain pregno di disperato annullamento.
"Venderò la mia anima, la mia autostima,
un dollaro alla volta per una possibilità,
un bacio, un assaggio di te, mia Magdalena."

"Rose" è meccanica, sferragliante e, nonostante ciò, cela una grazia sopita e visibile agli occhi di chi è pronto a tutto per una donna.
E' graffiante, ma smaccatamente catchy "Judith", ideale contraltare di una "Orestes" dall'arpeggio fragile e dalle linee vocali lussureggianti.

"Dobbiamo tagliare via, pulire via,
scivolare via e dividere questo
residuo ombelicale.
Trattenendomi dall'ucciderti..."

Si rivela poco per volta e con una certa pudicizia l'orientaleggiante "3Libras", salvo poi catturarci e farci schiavi per sempre nel suo magnifico epilogo.

"Ma ti ho lanciata nell'ovvietà,
giusto per vedere se c'è qualcos'altro
dietro agli occhi di un angelo caduto,
gli occhi di una tragedia."

Gli amori impossibili e carichi di libido in "Sleeping Beauty" si mescolano all'emergenza di perdono in una "Thomas" che è come barca nella tempesta furiosa, mentre l'elettronica torna ad imperversare fra le cadenzate atmosfere di "Renholder", riuscito affresco Rock del 2000.
La reznoriana "Thinking Of You" striscia in modo inquietante fino ad un finale preoccupantemente ossessivo.

"Breña" è una dichiarazione di vulnerabilità, di implorazione e lentamente ci conduce ad "Over", sconnesso lamento che chiude il cerchio.
Se perfetto oppure no lo lascio decidere a voi.

Io nel frattempo lo farò mio altre decine di volte ancora...