"Tutto quello che voglio nella vita è essere felice
Mi sembra strano come le cose possano essere fottute
Ogni volta che vado avanti mi sento più morto."
Mi sembra strano come le cose possano essere fottute
Ogni volta che vado avanti mi sento più morto."
Una cornamusa, una batteria riverberata e le parole qui sopra sono la naturale introduzione al quarto album dei Korn, padrini e PADRONI di quel Nu Metal di cui sono stati per anni cassa di risonanza mondiale.
Linkin Park, Limp Bizkit e centinaia di improbabili epigoni hanno marchiato a fuoco il nome della band di Bakersfield nel proprio Pedigree.
Un'influenza innegabile, ma anche una responsabilità gravosa per la psiche di un instabile Jonathan Davis che all'interno del delirio suicida di "Falling Away From Me" ci riversa addosso la povertà di un'esistenza che non porta da nessuna parte, se non sotto terra.
Song tra le più riuscite dell'intero repertorio dei Californiani e cavallo di battaglia di questo "Issues" che parte decisamente col piede giusto.
Ragazzine usa e getta sono il bersaglio mobile di una "Trash" epicamente allucinata, mentre l'intima "4U" la separa da una "Beg For Me" che è elastica e ruffiana attestazione di riconoscenza verso il proprio pubblico.
"Chi cazzo se ne frega se la mia vita fa schifo?
So solo una cosa. Non mollerò!"
"Make Me Bad", strofa soffusa e refrain catchy, è crudele e presenta un Davis in ottima forma, giusto prima che abbia un crollo nervoso in "It's Gonna Go Away". Cose che succedono.
Con "Wake Up" i cinque rimarcano la propria devozione alla nutrita schiera di fans in un brano che, a dire il vero, risulta piuttosto fiacco e stagnante.
L'ennesimo interludio (il platter ne contiene ben cinque) "Am I Going Crazy?" precede la gommosa "Hey Daddy", allusiva (e neanche tanto velatamente) agli abusi sessuali subiti dal frontman in giovane età.
"Niente è giusto. Ho tanta paura."
Le grida d'aiuto di una "Somebody Someone" scandiscono il nervoso incedere di un pezzo notevole ed identificativo del Korn-sound, fra arpeggi malati ed una sezione ritmica squassante.
Non sono da meno il delirio di onnipotenza palesato in "No Way" e la paranoia di "Let's Get This Party Started", entrambe foriere di psicosi e fobie inarginabili.
"Tutti quelli che vedo sono pronti a fregarmi."
"Vorrei che fossi me e allora
potrai vedere quanto sono stanco."
E' la speculazione dei discografici privi di scrupoli il tema della potente "Counting", mentre la disturbata "Dirty" mette fine all'estenuante seduta psicanalitica.
Probabilmente meno schietto e aggressivo rispetto ai suoi predecessori, "Issues" possiede l'enorme pregio di fotografare una band matura e all'apice della propria definizione di Crossover.
Più groove e meno dispersività rispetto al prossimo futuro.
Forse non il migliore, ma senza dubbio il più bilanciato dei loro dischi.