mercoledì 1 giugno 2016

Machine Head - "The Blackening" - 2007

"La guerra è una professione con la quale un uomo non può vivere onorevolmente; un impiego col quale il soldato, se vuole ricavare qualche profitto, è obbligato ad essere FALSO, AVIDO e CRUDELE." - Nicolò Machiavelli

Scomodare l'utilitarismo machiavellico, fautore dell'abusato "il fine giustifica i mezzi", risulta quanto mai pratico per la didascalica descrizione del sesto album dei Machine Head.
A tredici anni e quattro controverse prove discografiche da quel "Burn My Eyes" che li rivelò all'universo metallico, la band californiana scolpisce otto ingombranti blocchi di ossidiana nera e ne ricava il proprio capolavoro.
Curiosamente (ma nemmeno poi tanto...) tutto ha inizio da "Clenching The Fists Of Dissent" che a livello subliminale ricalca le dinamiche di quella "Blackened" che vent'anni addietro apriva "...And Justice For All". Ora lascio decantare questa "casualità" nelle vostre menti...

Ci siamo?

Bene, perché "The Blackening" è appena iniziato e, nella vana ricerca di cambiamento e di una speranza priva di risposte, si dibatte oppresso da pareti indistruttibili e le prende a spallate per 10 minuti abbondanti fra riff circolari, assolo fulminanti, doppio pedale e sprazzi di epica melodia, puro ossigeno per le sgraziate corde vocali del granitico Robb Flynn.

"Sono solamente smarrito come voi
e probabilmente più confuso.
Così distante dalla fottuta perfezione.
La mia mente è spezzata dall'abuso."


Luttuosa e ribelle, "Beautiful Mourning" è un richiamo al recente passato Nu Metal, ma è graziata da un'ispirazione e da una tensione non comuni in quest'ambito, mentre l'incipit quasi hardcore di "Aesthetics Of Hate" ci risucchia in un gorgo di armonizzazioni scagliate come punizione divina contro un nemico da odiare senza compromessi!

"Per l'amore fraterno
intonerò questa fottuta canzone.
Estetica dell'Odio.
Spero tu bruci negli Inferi.
Vacci!!!"


Sinuosa, omicida e colma di rimpianto è invece "Now I Lay Thee Down", accoppiata ad una "Slanderous" tanto incalzante quanto vogliosa di rivalsa nel nome di tutti i reietti della società.

Raggiungiamo ora il vertice indiscusso di quest'ora abbondante di colata cinerea con "Halo"; impossibile restare impassibili di fronte all'assalto perpetrato da un'ugola di carta vetrata che si mescola a favolosi passaggi clean in uno sfavillio di chitarre gemelle dalla prestanza marmorea. Song micidiale e antireligiosa, non senza le proprie ragioni.

"Questa è la lama dell'aborto
puntata all'utero della
Cospirazione Cristiana.
Allora aprimi gli occhi e scruta..."


Sospinto dal conforto del trionfo in una battaglia che ha mietuto una carneficina priva di regole, "Wolves" è un brano compatto, col sangue negli occhi puntati sul nemico da seppellire ad ogni prezzo.

Ottimo l'apporto della sezione ritmica che non indietreggia di un solo passo per tutta la durata del platter, nemmeno nella conclusiva rappresentazione della folle inutilità della guerra di una "Farewell To Arms" che si immola a malinconico addio con le sue atmosfere memorabili.

"Oh, buon Pastore, han essi udito
l'irrazionale ipnosi.
Quando il gregge segue la danza del burattinaio
in un fatal idillio."