lunedì 1 agosto 2016

Scisma - "Armstrong" - 1999

"I più pensano che Marv sia pazzo. Ha solo avuto la sfiga nera di nascere nel secolo sbagliato." - dal film "Sin City"

Squisitamente retrò, avanguardisti dissidenti e con quel filo di supponenza che non dispiace, gli Scisma sono sempre stati funamboli in equilibrio precario sulla corda di un tempo che, a conti fatti, non li ha mai voluti accettare.

In ritardo ed in anticipo nello stesso momento e fuori posto a prescindere, la crew lombarda non si è mai scrollata di dosso tre principali problemi:
1) il bisogno viscerale di concepire musica elusiva ed incatalogabile
2) la totale mancanza di ruffianaggine
3) la faccia tosta di voler fare ciò in Italia...
A due anni dal promettende, ma discontinuo debutto "Rosemary Plexiglas" del 1997, Paolo Benvegnù e i suoi numerosi accoliti allungano il passo dando alle stampe un album dal pronunciato appeal internazionale.

"Tungsteno", primo singolo estratto e primo bersaglio centrato, è dinamica ed evidenzia istantaneamente i tratti distintivi dello Scisma-sound; sintetizzatori a tessere armonie retrofuturiste, chiaroscuri spiazzanti e l'alternanza delle voci maschile e femminile.
E' proprio il timbro fanciullesco di Sara Mazo ad intonare, fra chitarre slide da brivido, un'intima confessione di fragilità nella delicata "L'innocenza".

Di tutt'altra sostanza è costituita la strisciante e jazzata "I'm the Ocean" attraversata, come tutto il platter, da un rumorismo ricercato.
"I'm the Ocean,
the sky is my shelter
the wind is my mother..."

Provocatoria e provocante "Troppo poco intelligente" precede la ballad dal flavour trip-hop "L'amour" in cui il Theremin (!!!?!?!) giganteggia e sostiene il delizioso ritornello.
Nervosa, roboante e spezzata da un'inattesa pausa allucinogena "Giuseppe Pierri" chiude un ipotetico lato A, delegando la scarna e stratificata "E' stupido" e la vibrante "L'universo" al ruolo di ambasciatrici della seconda metà di "Armstrong".

"Jetsons high speed" possiede intrecci vocali reiterati fino allo sfinimento, mentre le sognanti orchestrazioni da fiaba di "Simmetrie" ci accompagnano fino all'oppiacea titletrack.

"Ma se sono il contrario di me
da che cosa mi sento diverso?"

Il rubino grezzo "Good morning" chiude un disco privo di forzature e carico di innumerevoli sfumature.

Disquisire di Indie-Rock, Alternative Pop, cantautorato o Dio solo sa cosa, qui ha davvero poco senso.

Vi piace la buona musica? Vi piacciono le band italiane?

E allora...