domenica 1 gennaio 2017

The Microphones - "The Glow Pt. 2" - 2001

Oskar: "Sei molto vecchia? Quanti anni hai?"
Eli: "Ho dodici anni, ma li ho da un sacco di tempo."
Oskar: "Ma tu sei un vampiro?"
Eli: "Ti piaccio lo stesso?"
Oskar: "Vuoi diventare la mia fidanzata?"
Eli: "Lasciami entrare..."

"Låt den rätte komma in" è una commovente ed ovattata pellicola del regista svedese Tomas Alfredson, uscita in Italia col titolo "Lasciami entrare".
Alcune leggende perdute nei secoli impongono di credere che ai vampiri non sia concesso accedere ad una dimora, a meno che non sia il padrone della stessa ad invitarli.

In maniera analoga si comporta il quinto album dei The Microphones, band proveniente dallo Stato di Washinghton, nell'estremo nord-ovest degli U.S.A.

E' un'esperienza collaterale alla "solita musica" quella che ci offre "The Glow Pt. 2", avviluppato com'è in una sfocatura rumorista atta a celare melodie nascoste in bella vista, come accade in una "The Moon" trapuntata di fiati suggestivi, nella vena retrofuturista di una "Map" da assorbire in silenzio religioso, nelle reminiscenze Sonic Youth/Dinosaur Jr. che sommergono di lava ghiacciata "I Want to be Cold" e in una scalcinatissima "Samurai Sword".

Flussi di coscienza, confessioni involontarie, ricordi e refusi di altre vite vanno a comporre la colonna sonora di qualche cosa che non è mai esistita, fra arpeggi asincroni di acustiche e bislacchi intrecci vocali ("I Want Wind to Blow"), pianoforti riverberati colmi di affranta solennità (The Glow Pt. 2"), onirica psichedelia sepolta dal tempo ("My Roots Are Strong and Deep"), sinfonie digitali e drammatiche allegorie naïf  ("The Mansion").

"Ho affrontato la morte.
Ho sentito il rumore del mio respiro.
E devo affrontare il fatto che sono ancora in vita.
Mi aggrappo a sentimenti orribili."

Tutto ruota attorno alla parola EMPATIA.

Ogni ascolto è rivelatore in queste incomplete ninnenanne di cui vuoi sentirti sempre più parte.
Nenie intonate (o stonate) da uno stralunato spaventapasseri a cui un Mago di Oz crudele ha donato il cuore destinato all'Uomo di Latta, solo per il sadico gusto di vederlo sanguinare.

"Non riuscirò a contenerti nelle nostre lunghe conversazioni.
Raggiungerò la mia soffitta arrampicandomi con le braccia.
Lascerò la mia tomba grazie alla mia pelle marcia.
Mi farò soffice costruendomi calli addosso."

Brani che sembrano sfondi di cortometraggi girati per non essere mai più riguardati, fra echi distantissimi di Velvet Underground, Nick Drake, Radiohead, Leonard Cohen, Pink Floyd...

"Ho sentito il tuo autunno, le tue nevi invernali
le tue raffiche di vento, lo scorrere della tua lava.
Ho sentito ogni cosa;
la tua notte stellata,
la tua assenza di LUCE."

...Lasciatelo entrare...